AMAREZZA - ROCCAFORTE del CAOS

Roccaforte e Quartier Generale delle Forze del Caos a Castrum Praetorio – Settore 8.

Al centro di una grande piana che si estende per molti ettari a sud di Aurelia sorge una possente struttura visibile anche a miriametri di distanza, quella struttura rinfocolava la speranza e la fede nella vittoria delle sedici miliardi di anime che popolavano la capitale, ma adesso significava solo sventura.
Il Cannone Vangelo Imperiale, orgoglio e vanto ingegneristico dei tecnopreti faariti era caduto nelle mani dell’orrendo nemico che alla sua base aveva istituito il proprio campo base, un luogo di terrore e morte dove le anime degli sventurati che vengono catturati dai servi dei poteri oscuri sono sacrificate su altari di ossa e ottone, un luogo impossibile da raggiungere sorvegliato notte e giorno dagli antichi campioni dell’umanità che voltarono le spalle al Dio-Imperatore, un dedalo di torrette e trappole che porta alla roccaforte delle forze caotiche di stanza su Castrum Praetorio, un luogo che prende il nome di “Amarezza”.
Lì l’Apostolo Oscuro Israfel, condottiero dell’Oscura Miriade, l’armata dei Predicatori che devastò Cabulis ed annientò il capitolo dei Falchi Sanguinari ha eretto la propria base chiamando le forze del caos lì presenti per rafforzare quella posizione e renderla un baluardo inespugnabile.
Lo raggiunsero Lord Zarok degli Artigli Astrali ed il Mastro di Guerra Rebitar dei Guerrieri di Ferro, e subito i tre blasfemi Signori del Caos cominciarono a delineare strategie per sottomettere e distruggere Aurelia.
“Dove vorresti andare, sputo?”
Ringhiò il marine sollevando il requiem cornuto.
“D-devo consegnare un messaggio all’Apostolo…”
“Lascia passare il cultista Galore.”
Da dentro il bunker comando la voce bassa di Israfel zittì e fece spostare il possente caotico lasciando libero l’accesso all’uomo che entrò circospetto e spaventato. L’interno del bunker comando era costellato di schermi tattici ed altoparlanti con servi del Mechanica Obscura e Marine dei Guerrieri di Ferro sempre al lavoro su di essi, otto teste di graduati della Guardia Imperiale, presumibilmente la vecchia guarnigione del posto stavano appese a dei ganci che scendevano dal soffitto. Al centro davanti una mappa olografica stavano i tre leader delle fazioni caotiche che al momento si trovavano su Castrum Praetorio.
Il Mastro di Guerra Rebitar aveva una grossa tenaglia meccanica a strisce gialle e rosse al posto del braccio destro ed un’altra protesi meccanica che si protendeva dallo zaino, Lord Zarok nell’armatura nera e rossa tipica degli Artigli Astrali di Huron era avvolto da una pelliccia di chissà quale essere, mentre Israfel guardava il nuovo arrivato che non potè fare a meno di fissare la sua enorme panoplia di trofei dove campeggiavano due teste space marine e svariati altri teschi.
“Allora, cultista? Che notizie porti?”
Il servo, tremante prese un lungo respiro e cominciò a parlare.
“M-mio Signore, i tecnomanti del Mechanicum Obscura ancora non sono riusciti a bypassare i c-controlli del Cannone…”
Seguì un momento di attesa dove il cultista socchiuse gli occhi aspettandosi una qualche reazione violenta, ma ciò non accadde.
“Soltanto questo?”
L’umano riaprì le fessure oculari e riprese a parlare più disteso.
“Ad Est e ad Ovest sono state incrementate le difese del Generatore e del Controllo del Campo di Forza di Aurelia, la popolazione delle colonie ha preso le armi…”
Lord Zarok eruppe in una sonora risata.
“Ah! Ah! Ah! E dovremmo forse spaventarci di quei bifolchi? Noi siamo il Caos, il Caos è forte!”
Israfel prese la parola.
“Certo amico mio, ma non dimenticarti della fine che ha fatto Asteritiam… la sua Stirpe dei Mille è stata respinta e annientata da Prometeus, come vedi non ci sono solo bifolchi a difendere Aurelia. Continua pure cultista.”
“Eh..Si! Come avete ordinato la popolazione di Cadiae II è stata deportata qui ed imprigionata, alcuni hanno rimpolpato le nostra fila anche!”
“Cosa vuoi che ci importi di altri vermi come te? Passa avanti!”
Tuonò Zarok, stavolta senza obiezioni da parte dell’Apostolo.
“Si mio Signore! Agli spazioporti sono giunte parecchi Valkyrie, dalle insegne sembravano il 501esimo Cadiano…”
Israfel sfoggiò un sorriso sardonico.
“Altro sangue fresco, la guardia imperiale non mi ha mai impensierito. C’è altro?”
“N-no, mio Signore..”
“E che cosa aspetti? Torna al lavoro, ammasso di letame!”
Esclamò Zarok con il suo consueto tono perentorio.
“S-si vado!”
Il Cultista fuggì dal bunker lasciando i condottieri a riflettere. Israfel fu il primo a parlare.
“Allora amici miei, il nostro prossimo obiettivo dovrà essere il Controllo del Campo di Forza.”
“Sono d’accordo con te Apostolo.”
La gracchiante voce metallica di Rebitar si fece sentire.
“Se prendiamo possesso di quel Controllo potremo attivare e disattivare il Campo a nostro piacimento, potendo bombardare a tappeto Aurelia.”
Continuava Rebitar.
“Così quando l’avremo espugnata manterremo il campo a nostra difesa.”
“Ottima osservazione Mastro di Guerra. I miei Predicatori sono pronti e frementi come sicuramente lo sono anche i vostri guerrieri. Resta solo da decidere quando attaccare.”
“Subito!”
Una strana scintilla si accese negli occhi di Zarok il cui sorriso si tramutò in un ghigno ferino.
“Allora è deciso, scegliamo chi portare e chi lasciare ed andiamo a prenderci il bottino.”

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