SCONTRO ETERNO

Mentre gli Eldar lottano con grande determinazione contro la flotta tiranide che minaccia il pianeta dall'orbita alta, le forze a terra vengono annientate in un mare di sangue e morte. Le forze alleate di Lupi Siderali, Salamandre e Ultramarines reggono in un primo momento l'orda tiranide, lottando metro per metro, cercando invano di respingere le creature aliene e bruciare i mostruosi nidi, ma poi vengono sopraffatti e massacrati. L'invasione Tiranide è iniziata. La paura e l'angoscia iniziano ad affiorare nei primi rapporti sul tragico conflitto.




La difesa del nido Ghanos
“Marines! Ma come è possibile?” Si chiese meravigliato il Tenente Olrog, un ibrido veterano della campagna di Medusa V. “Quei maledetti Eldar ci hanno giocato un brutto scherzo! Una vile trappola, come loro solito! Noi eravamo venuti qui equipaggiati per affrontare loro, con pochi Genestealers, molte truppe leggere, nugoli di lanciamissili e lanciagranate per falciare i loro Guardiani e persino una squadra anti-Wraithlord con fucili di precisione, e invece loro non si sono fatti vedere! E al loro posto, ci stanno venendo addosso orde di Space Marines di tre capitoli diversi: Ultramarines, Lupi Siderali e… quelli verdi… le Salamandre, mi pare si facciano chiamare così”.
Nel mentre, si udì il rombo del motore di un Predator degli Ultramarines in avvicinamento. Una salva di cannoni laser e missili partì dai Sentinel del Culto dietro il nido Ghanos, ma il veicolo ne rimase solo leggermente danneggiato. Intanto, una capsula delle Salamandre era atterrata a poche centinaia di metri di fronte a loro ed una squadra di cinque Terminator guidata da un Cappellano, agitando artigli a energia, thunder hammers e storm shields, si faceva avanti minacciosa verso il Karson Gate, un canion spettrale e accidentato, subito a nord del nido, sormontato da tre monoliti naturali.
“Correte! Correte! Correte!” gridò il Tenente Olrog alla prima squadra del suo plotone “dovete attestarvi sul Karson Gate prima che i Terminator delle Salamandre lo oltrepassino e vengano qui a farci tutti a pezzi!”. Anche la seconda squadra seguì la prima e si dispose alla sua destra, mentre una nidiata di Genestealers li seguì silenziosa e si andò a schierare dietro di loro.
Non ebbe il tempo di finire di dare gli ordini, che qualcuno gridò “Whirlwind!”. Una pioggia di gas incandescente e metallo infuocato si abbattè sul nido e sui suoi difensori, uccidendo tre uomini della squadra lanciamissili e uno della squadra comando, e inchiodando entrambe a terra. Solo Zodrax rimase assolutamente impassibile e indenne, nonostante la tremenda esplosione avesse investito anche lui e ucciso uno dei Genestealers del suo seguito, schierato dietro i lanciamissili.





I Terminator caricarono con furia la prima squadra del plotone di Olrog, che si era attestata sul ciglio del Karson Gate, massacrandola fino all’ultimo uomo, ma ciò nonostante i Brood Brothers riuscirono a uccidere uno degli assalitori, sgozzandolo con i loro coltelli, nonostante la protezione dell’impenetrabile e arcana armatura. Il sacrificio della prima squadra non fu però vano: i Genestealer dietro di loro, con una corsa prodigiosa, riuscirono nel frattempo a salire sul Karson Gate, a circondare i Terminator e il Cappellano e ad impegnarli in uno scontro mortale, senza vinti ne vincitori, che però intanto li teneva ben lontani dal nido. Nel mentre, la seconda squadra del plotone di Olrog faceva fuoco sugli altri Marines che avanzavano, tenendoli a bada.
In realtà, il momento più drammatico dello scontro, breve e cruento, doveva ancora venire. Un Land Raider e un Rhino dei Lupi Siderali spuntarono alle spalle delle forze del Culto, spargendo morte e distruzione. Un lascannon stordì l’equipaggio del Leman Russ, ma il carro riuscì a mettersi in salvo dietro un rilievo montuoso, mentre due squadre di Marines sbarcarono e con il fuoco concentrato dei loro bolters falciarono quasi interamente una nidiata di Genestealers.
Un rombo di motori e il crepitio sinistro di cannoni e fucili termici segnalò l’arrivo delle temute moto dei Lupi Siderali, alle spalle dei Sentinel del Culto. Un bipede cadde crivellato in un cumulo di macerie fumanti. Un secondo esplose in un boato assordante, coprendo di schegge e detriti tutta la zona intorno al nido e provocando la morte di un altro degli uomini di Olrog. Solo il terzo Sentinel, pilotato dal giovane “Duke” Stalker, alla sua prima battaglia, riuscì a salvarsi, rientrando a tempo tra le difese del nido.
Zodrax emise un grugnito che Olrog conosceva bene e che più o meno voleva dire “E’ mai possibile che ogni volta debba pensarci io?” . Lui e il suo seguito si lanciarono con un balzo fuori dal nido e piombarono inattesi sulle moto dei Lupi Siderali. Il Patriarca ne afferrò due con i suoi arti possenti e le scagliò in aria, dove esplosero con un boato fragoroso. Altre due caddero con i loro conducenti sotto gli artigli implacabili dei Genestealers. Intanto due squadre di veterani di Medusa V e una nidiata di Gant fecero fuoco contro le due squadre di Marines, provocando nel complesso poche perdite, ma rallentandone l’avanzata quel tanto che bastava.
Nel frattempo, il tenente Olrog, i due superstiti della sua squadra comando ed i tre della squadra lanciamissili si rialzarono, con le uniformi lacere e coperti di schegge di metallo rovente, detriti e frammenti di icore staccatisi dalle pareti del nido. Erano malconci, ma ancora vivi. Per di più, il loro morale aveva retto, nonostante la giornata fosse iniziata malissimo, e soprattutto, controllavano l’obiettivo.
Il nido Ghanos era salvo.
Stanchi, ma soddisfatti, il Tenente Olrog, i suoi uomini e il giovane “Duke” Stalker, che era con loro, videro più oltre la marea tirannide, guidata da un Tiranno alato, che dilagava fra le rocce e i canion e controllava saldamente i nidi Cerberos e Athropos, nei cui pressi erano schierati anche i Mortai e la Cavalleria del Culto, e uno dei portali Eldar. Gli Adeptus Astartes invece, nella furia dell’attacco, avevano subito diverse perdite e si erano dispersi sul campo di battaglia, ove non controllavano più alcun obiettivo.
La vittoria era della Mente Alveare

Nessun commento: